In Valle Camonica si possono ammirare diversi esempi di “baitelli”, piccoli edifici rurali disseminati negli alpeggi. Uno di questi è il baitello della Valmazzone, a quota 1321 mt s.l.m., in comune di Edolo, all’interno del Parco dell’Adamello: un esemplare unico in tutta l’Alta Valle Camonica e forse in tutta la Regione Lombardia, dal significativo valore architettonico.
Il baitello risale al 1844, secondo quanto si evince dalla datazione riportata sull’architrave in granito della porta d’accesso. È costituito da una struttura perimetrale di modeste dimensioni (4 metri x 3) con murature di tonalite e malta di calce, sormontata da una massiccia copertura unica nel suo genere: 15 lastre di tonalite appena sgrossate, che misurano 350 cm di lunghezza, 50 cm di larghezza e 20 cm di altezza. L’imponente tetto raggiunge il peso di 1500 kg!
Si tratta di una vera e propria “Baita del latte”, dove avveniva la conservazione post mungitura, in attesa della lavorazione e trasformazione in prodotti della tradizione casearia. Ciò grazie al suo parziale interramento (oltre un metro sotto il livello del terreno), alla sua collocazione in una zona particolarmente umida e allo zampillare di una sorgente interna. Una struttura di carattere cooperativistico, utilizzata da alcune famiglie di allevatori che occupavano gli edifici rurali nelle immediate vicinanze.
Alla fine degli anni Novanta, il Parco dell’Adamello ha promosso e finanziato il recupero e la valorizzazione con il consolidamento del piccolo edificio, il cui tetto ormai era in fase di progressivo cedimento, complicato dal cedimento del terreno in loco. L’intervento effettuato è stato quanto più possibile rispettoso delle forme e delle tipologie dell’architettura rurale, evitando alterazioni della costruzione per esempio con l’introduzione di materiali alloctoni, che avrebbero snaturato l’aspetto di un manufatto rurale unico nel suo genere anche se non più utilizzato per lo scopo per il quale era stato costruito.
A poca distanza dal baitello si trova il grande masso tonalitico da cui provengono le massicce lastre utilizzate per la copertura, e che presenta ancora i segni dei cunei utilizzati per la loro estrazione.
PERCORSO:
Partendo dal centro storico di Mù (fraz. Di Edolo), si segue la traccia del sentiero CAI n° 601 (ex n°1) che nel primo tratto coincide con una ripida stradina in salita. Successivamente, la traccia del sentiero 601 abbandona la stradina per inerpicarsi nel bosco di versante e raggiungere il prato-pascolo di Valmazzone a 1.300 m slm di quota circa per un tempo di percorrenza indicativo di 1 ora e 45 minuti.
Il rientro può anche essere effettuato seguendo la strada che da Valmazzone porta a loc. Pozzuolo a 1.600 m slm di quota (segnavia 601), dove sono presenti due importanti aree attrezzate del Parco dell’Adamello. Queste consentono una piacevole sosta in un contesto molto panoramico. Da qui è possibile tornare a valle anche lungo la carrozzabile del monte Colmo, strada realizzata a servizio degli imponenti impianti idroelettrici in loco.
L’itinerario, con una piccola variante, si presta anche al percorso in bicicletta assistita: da Mù si segue la traccia del sentiero 601 nel primo tratto, ma nei pressi di loc. Carbonaiola si evita di salire dal sentiero che si addentra nel bosco e si prosegue lungo la stradina di montagna, che giunge alla località Valmazzone dopo alcuni tornanti.
Bibliografia: Malghe e alpeggi della Valcamonica, di G. Berruti, W. Belotti, D. M. Tognali, E. Bressan, A. Majo.