Non solo ma queste trasformazioni, in continua accelerazione, hanno delle conseguenze dirette ed indirette sia sugli ecosistemi di alta quota sia su quelli di fondovalle. Tutto ciò incide in maniera significativa sulla capacità degli ecosistemi naturali (ghiacciai compresi) di erogare tutti quei benefici ambientali a supporto delle attività umane, anche chiamati Servizi Ecosistemici. Si pensi ad esempio alla disponibilità ed alla capacità di fornitura di acqua da parte dei ghiacciai e alle possibili conseguenze di una loro mancanza per l’agricoltura, l’energia, la biodiversità, ecc..
Tutto questo rende necessaria una gestione sempre più scientifica delle risorse naturali, partendo dagli studi dei cambiamenti passati per cercare di capire come adattarsi a quelli futuri.
A questo scopo, il Parco dell’Adamello, importante hotspot di biodiversità a livello europeo, si presenta come un’ottima area di studio, grazie anche alla presenza di importanti archivi naturali, climatici e biologici, come torbiere e ghiacciai.
Il giorno 17 luglio 2019 presso il Centro eventi Adamello di Vezza d’Oglio (BS), si è tenuta una serata di divulgazione dei risultati degli studi condotti dal Centro Glaciologico Lombardo e dagli esperti della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige.
Tra il 2020 e il 2024 il ghiacciaio dell'Adamello è stato al centro di ClimADA che, raccogliendo l’eredità del progetto ADA270 (attraverso il quale nel 2021 è stata estratta una carota di ghiaccio lunga 224 metri dal ghiacciaio dell’Adamello), si è posto il rilevante obiettivo di ricostruire l’evoluzione climatica degli ultimi secoli, l’impatto antropico nell’area di alta montagna alpina, e anche la dinamica delle specie vegetali, dei grandi incendi avvenuti negli ultimi secoli e in generale degli impatti antropici nelle aree di alta montagna.