Cammini e pratica geopoetica a cura di Davide S. Sapienza con Officina Culturale di Luoghi e Paesaggi Alpes
Durante la prima edizione di “Nei Sentieri Selvatici”, rassegna di cammini geopoetici promossa dal Parco Adamello e la cui prima edizione si è svolta tra l’estate e l’autunno del 2024, abbiamo esplorato a piedi la vasta geografia della Valle Camonica. Questa pratica, promossa dallo scrittore e curatore di progetti culturali geopoetici Davide S. Sapienza, propone una modalità esplorativa della geografia profondamente connessa alla nostra percezione dei paesaggi e di come questa interazione ci modifica interiormente. Visitare la montagna, anche lungo sentieri in alta quota, coinvolge chi partecipa a un’idea di empatia con la geografia alpina. La seconda edizione della rassegna, che si svilupperà tra luglio e settembre all’interno del Parco, propone una rivisitazione poetica della formidabile varietà di ambienti e habitat offerti dalla morfologia delle montagne d’Adamello.
Camminare valorizza la percezione individuale del paesaggio, riflesso culturale di come siamo e di come pensiamo di conoscere la montagna che ha un modo di entrare nelle nostre menti e di influenzare il modo in cui ci muoviamo. La lettura della geografia interiore si esprime attraverso l’interpretazione di quella fisica intorno a noi durante le escursioni, arrivando a essere un’esperienza condivisa dai partecipanti a queste “spedizioni poetiche”.
Le quattro tappe di “Nei Sentieri Selvatici” del 2025 attraverseranno e sosteranno in quattro ambienti molto differenti da loro, accomunati però da quella invisibile ma palpabile essenza di Adamello. Sono inviti a vivere e a respirare il momento presente, all’ascolto dell’ambiente e dei suoni che lo caratterizzano, al riconoscimento degli habitat come esseri viventi in relazione tra loro e con noi camminatori. Il nostro è un invito a lasciare “a valle” i ritmi della quotidianità, spesso così incalzanti e che non consentono di elaborare al meglio ciò che la montagna offre: i segnali della geografia più profonda e in continua evoluzione, il nutrimento della mente e dello spirito, il benessere psicofisico, l’attenzione e il rispetto per l’ambiente nel quale ci muoviamo, i passi verso una nuova consapevolezza del rapporto con la natura di cui siamo partecipi.
In questi cammini non esistono le ore, ma le emozioni e la conversazione tra noi e l’ambiente alpino. Esiste l’ispirazione offerta dalla connessione con la geografia e l’esplorazione di luoghi, dove ad ambienti selvaggi si alternano passaggi fortemente caratterizzati dalla storica presenza umana. La pratica geopoetica è una scelta di libertà e di presa di coscienza e per la seconda edizione, si è deciso di concentrarci su territori inclusi nel Parco Adamello proprio per sviluppare temi geografici e storici, oltre che ecologici, grazie all’opportunità offerta da un’area naturale protetta così importante.
I cammini studiati da Davide Sapienza per questa seconda edizione, pur non presentando risvolti tecnici di particolare difficoltà, toccheranno per ampi tratti alte quote dove è richiesto allenamento e abitudine alla montagna, ai percorsi prolungati (con le dovute soste per le letture proposte dall’autore), con sviluppi e dislivelli tra gli 800 e i 1200 metri. La durata di ogni esperienza occuperà l’intera giornata: orari di partenza e luoghi di ritrovo verranno comunicati agli iscritti almeno una settimana prima dell’evento. Per il rientro, si arriva a valle quando si arriva a valle!
iscrizione online obbligatoria
posti limitati
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tutti i dettagli tecnici dell'escursione verranno comunicati a iscrizione avvenuta
I sentieri selvatici, così ritrosi su quei versanti alpini in apparenza impenetrabili, sono la via verso gli spazi immensi della montagna. E allora eccoli, lo specchio d’acqua all’inizio del mondo; il fiordo alpino; la diga che cambia la Valle Camonica per sempre; le storie della natura e dell’umano che si incontrano dove tutto converge e si incontra oltre le quinte di un’area che cambia la percezione di queste montagne così sorprendenti.
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Risalire valloni, ascoltare i passi che impercettibilmente si allontanano da ciò che è conosciuto per arrivare a osservare un orizzonte vasto e senza confini che ci aiuta a cogliere il valore dell’andare, quello del salire o del discendere la montagna per ascoltare le risposte che soffiano nel vento.
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Ogni cosa è al suo posto in Val Malga. Risalirla su solide e amichevoli mulattiere ci avvicina all’origine, là dove queste si fanno da parte per consegnarci al respiro della roccia e al flusso libero dell’acqua, lo sguardo della Terra che emette il suono della vita e le stagioni che, in alta quota, fanno il loro giro, lontane da sguardi indiscreti, per dare vita al nostro futuro che cammina.
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Si può scomparire senza perdersi, nella vallata che sembra danzare dal Tredenus al Pizzo Badile; siamo in una conca di origine glaciale, l’abbraccio dell’alpe oltre il quale ogni terra sembra farsi incognita. Ci si immerge senza perdersi, ci si ritrova guidati dalla luce e dal silenzio, dalla foresta e dall’acqua cristallina, mentre l’autunno distribuisce i colori, dichiara il riposo, rigenera la montagna.